Nel 1928, a Tubingen, lo studioso Richard Wilhelm, quasi alla fine della sua vita, si vide recapitare anonimamente un trattato cinese risalente al V secolo a.C.
Era un manuale di tattica e strategia per i leader politici, intitolato L'Arte della Guerra Politica (政治战争的艺术), probabilmente redatto da quello stesso generale Sunzi (Sun Tzu) al quale si attribuisce il più celebre trattato militare che il titolo ricalcava.
Ecco alcuni precetti, stupefacenti per modernità.
1. Attacca con violenza, ma reagisci agli attacchi violenti con sdegno e voce innocente.
2. Dì ai tuoi seguaci che inseguano la libertà, ma ingabbiali tra le tue regole.
3. Che la struttura del tuo partito sembri fluida come l'acqua, ma che sia rigida come un alveare.
4. Esalta e fai tuoi i meriti degli altri. Rinnega i tuoi demeriti come figli illegittimi.
5. Se non hai mai governato, sfrutta ciò a tuo vantaggio e dì che sei il più adatto a governare. Fai credere ai tuoi seguaci che ognuno di loro potrebbe farlo.
6. Prometti ciò che i tuoi avversari non hanno il coraggio di promettere. Non indicare mai né il "come" né il "quando".
7. Trasforma le promesse in vento e usalo per sparigliare le carte dal tuo tavolo.
8. Condanna le contraddizioni dei tuoi avversari nel tempo, chiama le tue "evoluzione delle idee".
9. Tutti sono utili, solo tu sei indispensabile.
10. Parla alla pancia dei tuoi seguaci e carezza il loro cuore. Ti consegneranno i loro cervelli, giacché non ne avranno più bisogno.
A differenza del celebre "L'Arte della Guerra", dove viene descritta
anche un'etica del conflitto, qui gli insegnamenti appaiono più
spietati. Come se la guerra delle armi avesse un codice d'onore
sconosciuto alla tenzone politica.
Si immagina che sia per questo
che il testo arrivò in forma anonima allo studioso tedesco, già famoso
per la sua traduzione del mauale filosofico-divinatorio I Ching, perché
probabilmente era un "libro proibito", dove tra le pieghe degli
insegnamenti era nascosta una critica feroce.
Non solo dei politici, ma della natura umana.
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