Vittorio Feltri, sul Giornale, dice che la mafia è un argomento che lo annoia e che riguarda solo il Sud.
Dice anche "Cosa nostra pretendeva dalla controparte (lo Stato) che mitigasse le pene del 41 bis (legge disumana, ispirata ai principi della tortura scientifica) [...]".
Sul fatto che la mafia sia un argomento solo del Sud non spiegherebbe come mai in Lombardia ci siano tante famiglie attive: ricordiamo i Bellocco, i De Stefano, i Pesce, i Trovato, i Mancuso, i Falzea, i Mazzaferro, i Morabito, i Paviglianiti, i Curinga, i Novella, i Gallace, i Rispoli, i Barbaro, i Papalia, gli Arena, i Nicoscia, gli Oliviero, i Coco Trovato, i Pizzata, i Neri, i Cotroneo, i Piromalli, i Calaiò, gli Emanuello e via dicendo.
Non spiegherebbe la presenza di Cosimo Barranca a Milano, di Vincenzo Mandalari a Bollate, Pietro Francesco Pannetta a Cormano, Salvatore Muscatello a Mariano Comense, Giovanni Ficara a Solaro, Stefano Sanfilippo a Rho, Alessandro Manno a Pioltello e via elencando.
Non spiegherebbe come mai il 47% delle operazioni di riciclaggio avvengano nelle 8 regioni del Nord, e che in testa ci sia proprio la Lombardia, che il 77% del totale degli scambi di denaro con paradisi fiscali riguardi il Nord, che ci siano 18 reati ambientali al giorno al Nord, uno ogni 70 minuti.
Non spiegherebbe come mai Milano sia sempre nella Top Five delle città italiane per numero di beni confiscati alla criminalità organizzata.
Infine, sul fatto che il 41bis sia un regime di tortura inumano, lo chiederei a Lea Garofalo, rapita a Milano e sciolta nell'acido per ordine di Carlo Cosco.
Lo chiederei a lei perché rispondesse a nome di tutte le altre vittime della bestialità mafiosa.
Qualcosa, tra la noia di questo argomento "mafia" e gli aperitivi in centro a Milano, non quadra perfettamente.
Forse, almeno questo, lo si potrebbe riconoscere.
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