Invece no, c'è uno strumento utilissimo, ed è quello della preferenza sul voto.
C'è una cosa che pochi sanno e immaginano: nei consigli comunali, anche di grandi città, si entra con pochi voti. Con poche centinaia di voti si può diventare consigliere comunale anche a Milano. Undici voti per San Giuliano, poco più per Pavia.
Questo perché sono pochissime le persone che esprimono preferenze, e quindi il numero di quelle necessarie per garantirsi un posto in consiglio comunale, si abbassa.
Non sto dicendo di votare a destra, a sinistra o al centro. Le mafie, a livello locale, parlano con tutti, parlano con chi amministra. E se da una parte noi cittadini spesso ci dimentichiamo di specificare una preferenza accanto al nostro voto, dall'altra i mafiosi sono bravissimi a concentrare le preferenze verso quei personaggi che, una volta eletti come consiglieri, saranno utili quando si discuterà di appalti pubblici.
Quindi non c'è bisogno di essere eroi, non c'è bisogno di andare in piazza né di chissà quale gesto eclatante, per mettere i bastoni tra le ruote alla mafia: basta chiudersi nella cabina elettorale, e oltre a segnare la X sul simbolo che vi piace, indicare anche una preferenza, scrivendo il nome di uno dei candidati. Se ce n'è uno che è di vostra fiducia, ancora meglio. Altrimenti le liste con i nomi sono appese fuori ciascun seggio, basta scegliere.
Il voto mafioso esiste al Nord, come al centro e come al Sud.
Più preferenze "pulite" vuol dire che le preferenze pilotate dalla mafia varranno meno e non sarà così facile per loro piazzare i loro faccendieri nei comuni.
La cosa importante è che lo sappiano in tanti, perché il meccanismo è sì semplice, ma anche poco conosciuto.
La mafia si muove tanto bene, dove gli altri non guardano.
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A volte usare i mezzi che abbiamo per le mani in modo utile è davvero facile.
Perché non farlo?
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