Solitamente non copincollo direttamente i post di altri blog, ma questo appello mi pare davvero importante.
Altro che Cosa Bianca.
Facciamo la Cosa Seria.
Un movimento aperto a quel 99 per cento di cittadini che non vive di
rendite e di finanza: che siano giovani o anziani, deboli o forti –
perché anche i forti possono prendere con onore la responsabilità di
essere garanzia degli altri.
Un movimento laico di quella laicità che è la più intelligente garanzia della solidarietà senza esegesi politica.
Nella Cosa Seria le porte sono aperte a tutti coloro che si
riconoscono nelle priorità di programma che sono poche e chiare. Nella
Cosa Seria ci si impegna ad essere includenti nel senso più pieno:
quello che combatte le oligarchie, le iniquità, le rendite di posizione e
le corporazioni.
Nella Cosa Seria la memoria è un punto di programma: la memoria della
Storia di questo Paese (la migliore come stimolo e la peggiore come
vaccino) e la memoria delle scelte politiche delle persone che vogliono
starci. I liberisti smodati sono liberisti smodati, perché ne abbiamo
memoria. I sostenitori prostituiti ai berlusconismi in tutte le sue
salse sono incompatibili con noi, perché ne abbiamo memoria. I
fiancheggiatori politici di persone condannate per mafia sono avversari
politici senza mediazioni, perché ne abbiamo memoria.
Chi ha votato in Parlamento la sistematica distruzione della scuola,
della magistratura, dei diritti dei lavoratori, delle emergenze per
sfamare gli appalti, del suolo trasformato in appetitoso margine di
monetizzazione, delle infrastrutture utili dimenticate, della
sicurezza idrogeologica in nome del profitto, della sanità pubblica e di
tutto ciò che è stato confiscato ai diritti, nella Cosa Seria non ha
posto perché la memoria è il primo ingrediente della democrazia e i
ravveduti dell’ultimo minuto sono alchimisti che ormai sappiamo
riconoscere.
Nella Cosa Seria anche la verità è un punto di programma: la verità
giudiziaria, la verità storica e la verità politica. Non si parteggia
per questo o quel potere: si pretende l’emersione totale dei fatti e si
difende chi lavora per questo. Senza calcoli elettorali e posizionamenti
da patetico risiko politico.
Nella Cosa Seria si dialoga con il cuore dei partiti: i militanti,
gli amministratori, le tante persone serie e per bene che fanno politica
con impegno e passione in giro per l’Italia. Perché il sindaco di
Pollica, Angelo Vassallo, era un politico, Pio La Torre era un politico,
Peppino Impastato era un attivista politico: la politica in Italia per
molti è stata ed è una Cosa terribilmente e meravigliosamente Seria.
Nella Cosa Seria l’equità non è un spot europeista di macroeconomia
ma passa attraverso un ridistribuzione dei diritti e dei doveri, dei
costi e dei benefici e soprattutto delle opportunità. Opportunità
garantite a tutti: la meritocrazia passa per forza da qui.
Nella Cosa Seria vincere le elezioni è un mezzo e non un fine. E anche governare dopo averle vinte è un mezzo e non un fine.
Nella Cosa Seria i diritti civili non sono più negoziabili con
nessuno, né rinviabili, né assoggettabili a compromessi al ribasso o a
diktat provenienti da chi fa della propria fede un elemento di divisione
e non di fratellanza. E per questo, anche per questo, non sono
alternativi ma al contrario strettamente connessi con i diritti sociali.
Nella Cosa Seria si pensa che i cinque miliardi di euro spesi finora
per bombardare l’Afghanistan siano stati rubati al welfare, agli
ospedali, agli asili nido, alla scuola pubblica. E che le spese in aerei
da guerra o in supercannoni tecnologici siano solo un furto ignobile ai
danni dei pensionati come dei precari.
Nella Cosa Seria si sta insieme, perché un’alleanza politica non è un
matrimonio e quindi non divorzi se il tuo alleato urla troppo quando
parla o è maleducato. Nella cosa seria conta la politica vera, il
programma da realizzare, non le simpatie.
Nella Cosa Seria quando dici «ce lo chiede l’Europa» pensi alla legge
anticorruzione mai fatta, al salario minimo garantito in Francia, al
congedo parentale obbligatorio per i papà della Svezia, al reddito
minimo di cittadinanza garantito da tutti gli stati europei tranne che
da noi, in Spagna, Portogallo e in Grecia. Pensi a un modello di
previdenza sociale che tuteli anche i lavoratori precari e le donne che
devono lasciare il posto di lavoro in gravidanza, pensi a una legge
sulla procreazione assistita che non ti costringa ad andare all’estero
per fare un figlio, pensi al pluralismo dell’informazione e alla
diffusione della rete.
Nella Cosa Seria siamo europeisti convinti, per questo pensiamo che
l’Europa unita non sia quella delle banche ma quella dei cittadini, e
che i mercati finanziari debbano essere controllati e le speculazioni
scoraggiate con misure come la Tobin Tax per privilegiare gli investimenti sul lavoro e l’impresa.
Nella Cosa Seria ci si batte per un’Europa matura e solidale con un
indirizzo comune, un esercito comune, liste comuni al parlamento europeo
e una banca centrale in grado di mettere al riparo i singoli stati
dall’attacco della speculazione finanziaria.
Nella Cosa Seria pensiamo che ciascuno sia cittadino del Paese in cui
nasce, che l’immigrazione sia una risorsa e non una minaccia.
Nella Cosa Seria vogliamo che il carcere serva a rieducare e non a
umiliare e che la detenzione sia l’ultima opzione dopo il ricorso a pene
alternative.
Nella Cosa Seria siamo convinti che la lotta all’evasione si combatta
abbassando la soglia del pagamento in contanti e tracciando i
pagamenti. E che sia ingiusto aumentare il prelievo fiscale ricorrendo
all’aumento dell’Iva e non alla patrimoniale.
Nella Cosa Seria immaginiamo città liberate dal traffico e
dall’inquinamento grazie alle piste ciclabili, al car sharing, con un
trasporto pubblico più efficiente e meno macchine.
Nella Cosa Seria crediamo che l’Italia meriti una politica
industriale che punta a un modello di sviluppo sostenibile; nella Cosa
Seria pensiamo che si cresca riconvertendo e non cementificando,
puntando sulle energie alternative e non sulle grandi opere.
Nella Cosa Seria si fanno le primarie, si scelgono i parlamentari, non si decide mai soli, né in due o in tre.
Nella Cosa Seria sappiamo che la parola “sinistra” nel Paese ha
ancora un senso diffuso che non appartiene a ceti politici né a gruppi
dirigenti. È un sentimento, un modo di stare al mondo, un’appartenenza
ideale e concreta che richiede coerenza e che non può ridursi in piccoli
e particolari interessi di bottega, antiche inimicizie e gelosie
d’appartenenza.
Per questo chiediamo che Sinistra Ecologia e Libertà e una parte
consistente del Partito Democratico siano il motore di una coalizione
che sia una Cosa Seria. Che guardi a Italia dei Valori, Federazione
della Sinistra, ALBA, Verdi e tutti coloro che si riconoscono in un
manifesto di posizioni chiare e realmente governabili, oltre che di
governo. Perché non ci piace la strategia dell’inerzia per capitalizzare
il consenso trascinandosi alle prossime elezioni, ma preferiamo la
semplicità e la chiarezza delle idee da valorizzare insieme. Soluzioni
collettive per risolvere i problemi, insieme: politica presa come una
Cosa Seria.
Questo documento è stato scritto a molte mani (da Giulio
Cavalli, Francesca Fornario, Alessandro Gilioli, Matteo Pucciarelli,
Luca Sappino e Pasquale Videtta) ma non ci interessano i padri o i primi
firmatari; ci interessa farsene carico e condividerlo. Sul serio.
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