venerdì 30 marzo 2012

Breve storia semiseria di Internet

Come tutte le cose divertenti, Internet è nata negli anni Sessanta.
Come l'hard rock e come molte sostanze stupende più o meno connesse con l'hard rock.
A dire la verità all'inizio si chiamava ARPANET ed era una rete voluta dalla Difesa degli Stati Uniti per collegare tutti i computer. Attenzione: negli anni sessanta "tutti i computer", voleva dire collegare quattro cosi giganteschi, in altrettante Università, pieni di lucine e di bip bip.
Tutti dissero: che fico, colleghiamo TUTTI i computer!
Qualcuno chiese: ma perché collegarli?
Fu allora che nacque la prima risposta nerd della storia: "Perché possiamo".
Quindi con molto entusiasmo venne costruita una rete tra 4 Università, che andava alla velocità di 50 Kbps, bene o male come oggi quando ti portano un'ADSL da 9 euro al mese e tu pensi "fico, spendo pochissimo!".
Quando tutto funzionò furono molto soddisfatti, solo che tutti i nerd che parteciparono all'impresa vennero presi da una depressione totale. Ai tempi nessuno riuscì a capire come mai.
Interrogati, dicevano che era come se mancasse qualcosa, ma che non sapessero spiegarsi cosa.
Nel tentativo di capire cosa mancasse, con il crescere del numero dei computer, continuavano a interconnettere sempre più "nodi", espandendo velocemente la rete ARPANET anche oltreoceano, diventando INTERNET.

Ovunque, il grande entusiamo per aver permesso di avere un mattone in più nella Rete, veniva seguito da un periodo di grandissima tristezza e mancanza di prospettive per il futuro, cadute o ricadute nell'hobby dell'alcool o nel vizio delle slot machine.
Una lacuna che si sarebbe colmata solo molti decenni dopo.
Intanto le cose progredivano molto velocemente, nel tentativo di capire cosa mancasse a questa invenzione, e vennero inventate le email.
La regina Elisabetta d'Inghilterra, nel 1976, è stata la prima vecchia bastarda a mandare una mail e a dire poi al tennico che la stava assistendo: "Non funziona niente". Accusando poi il tennico che da quando era stata installata la mail, il Commonwealth non funzionava più così bene come una volta. (cfr. articolo precedente alla voce "Sindrome della catastrofe conseguente")


Nel 1979 un tizio chiamato Kevin MacKenzie, tristissimo per il fatto di avere un nome e cognome tipici di un bullo da film americano con il giubotto imbottito (anche se non andavano ancora di moda i giubotti imbottiti), di quelli che sanno il karatekìd malvagio e poi vengono sconfitti da uno sfigato che ha imparato il karatekìd buono lucidando l'auto a un pedofilo cinese, scrisse in una mail
:(
inventando l'emoticon. Subito le email si riempirono di simboli indicanti lo stato d'animo:

:) ------> Sono contento!
:D ------> Sorrido gaudente!
;) ------> Ammicco maliardo!
:\ ------> C'è del disappunto in me!
:O ------> Basisco!
:o ------> Basisco più discretamente!
:* ------> Ti elargisco un bacetto!

Pensate, solo molti anni dopo, intorno alla fine degli anni 90, venne declinata da un genio (nella fattispecie io) la faccina al contrario:
):
che avrebbe dato nuovi significati alle emoticon:

(: -------> Ho della contentezza in me ammantata di misterioso fascino!
D: -------> Non potendo sorridere gaudente covo una rabbia indescrivibile!
(; -------> Ammicco maliardo e ammantato di misterioso fascino!
/: -------> Giudizio Sintetico a priori!
\: -------> Giudizio Analitico a posteriori!
O: -------> L'inconcepibilità mi colpisce!
o: -------> E' strano ma plausibile!
*: -------> Limoniamo come se non ci fosse un domani!
|=:7 -----> Adolf Hitler
|:7 ------> John F. Kennedy prima dell'attentato
dX# ------> John F. Kennedy dopo l'attentato

Cominciarono a nascere dei metodi di comunicazione tra nerd, chiamati BBS (Bulletin Board System, i progenitori dei nostri forum). Si era molto vicino alla scoperta di quello che realmente mancava alla Rete, e le BBS furono un salto in avanti enorme: facendo spendere un capitale in bolletta telefonica ai propri genitori, era possibile collegarsi tramite un MODEM a un altro computer dove risiedeva questa BBS e dove si potevano lasciare messaggi e file che gli altri utenti avrebbero potuto scaricare.
Comincia a nascere anche in Italia un sottobosco che pullula di giovani considerati per lo più dei disadattati e dei sociopatici e guardati malissimo se su un autobus si azzardavano a usare espressioni oscure come "ho installato Excalibur, devo vedere se collegandomi con il modem da remoto si riesce ad accedere".

Pensate, all'inizio l'Italia fu uno dei paesi più avanzati, nel magico mondo di Internet. Robert Khan, nonostante avesse il cognome uguale a quello di uno dei personaggi più cattivi di Star Trek, convinse il dipartimento di Difesa USA a finanziare il centro di ricerca di Pisa per l'acquisto delle tecnologie necessarie, nella speranza che almeno gli Italiani riuscissero a capire cosa mancava alla Rete. Era il 1986 e la Rete arrivava in Italia, terzo paese in Europa dopo Inghilterra e Norvegia. Oggi, nel 2012, siamo il penultimo paese Europeo per velocità media delle connessioni, insieme alla Grecia e con in coda solo la Spagna.
Che dire: soldi ben spesi, quelli del Dipartimento USA!

Comunque niente da fare, ancora non si capiva cosa mancasse a internet, fino a quando al CERN di Ginevra, nel 1991, un ragazzotto ripieno di intelligenza, Tim Berners-Lee, che era solito bullarsi con gli altri ricercatori per il fatto di avere un cognome con il trattino alto in mezzo, e quindi con molti più punti-nerd degli altri colleghi, inventò il WWW, ovvero il modo di organizzare delle risorse documentali internetiche tramite pagine collegate tra di loro, navigabili tramite un browser.

Allora cominciò a farsi strada un'idea: ehi, da questa roba ci si possono fare soldi.
La parola "soldi" contribuì ad accendere una lampadina nella testa di gente non nerd, che non ci capiva un cazzo e che poteva però fare in modo che Internet uscisse dalle cantine e dai laboratori, diventando un prodotto di massa.
Ma c'era un problema. Le BBS. Tutti quei nerd che avevano messo in piedi una miriade di posti fuori controllo.
Era la metà degli anni 90 e poco prima che nascessero i primi provider di connettività, venne organizzata una grande retata con lo scopo di chiudere le BBS, con la seguente scusa: "Sono un mezzo di diffusione di software copiato".
Ma le forze dell'ordine non sapevano esattamente cosa stessero cercando, non esisteva ancora la Polizia Postale e si poté assistere a delle scene piuttosto tragicomiche di finanzieri che sequestravano:
- sacchetti pieni di dischetti rotti
- monitor
- joystick (potente strumento atto alla copiatura del software)
- frullatori
- scatoloni di saccottini del Mulino Bianco.
La vita di inconsapevoli famiglie venne sconvolta dalla notizia di avere cresciuto un figlio che nella cantina avesse messo in piedi una BBS.
Ricordo chiaramente la madre di un mio amico, che piangendo sulla spalla di mia madre, diceva: "Beata te che hai un figlio tossicodipendente! Il mio mi hanno detto che è un àchers!"

Quando Internet divenne un prodotto commerciale, i signori coi soldi e le lampadine in testa capirono subito cosa mancasse e cosa per tanto tempo si era cercato: il porno e il cazzeggio.

Era la fine degli anni 90 e nasceva l'Internet come la conosce oggi la maggior parte delle persone.
Oggigiorno è normale sentire delle vecchie dire in autobus: "Ieri ho mandato una mail al mio provider perché da quando ho il router nuovo la lavatrice perde acqua, se non mi sistemano il problema cambio operatore".

5 commenti:

  1. Geniale! Bravo Francesco, è tutta un crescendo e sul finale mi sono proprio piegato a metà dalle risate! :-) non so se l'ho usata bene, forse era meglio (:
    Ciao

    Marco B.

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  2. Bel post.
    Bello anche INTERNET.
    Meno belli quelli che un giorno decisero che le WebApplication erano bellissime!!

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