giovedì 25 aprile 2019

Suzanne Jävlas, la anti-anti-Greta con soluzioni ancora più estreme

Suzanne Jävlas, 16 anni e mezzo
Poco più di 16 anni, un viso pulito e le idee molto chiare. Con Greta Thunberg condivide la nazionalità, i capelli biondi, la passione per l'attivismo e per le sorti del pianeta, ma non certo le soluzioni.
Se con il fenomeno di Greta stiamo assistendo a un delirio di faziosità e contro-fasiozità sui temi ambientalisti, con la comparsa anche di Izabella Nilsson, la bandiera dei sovranisti e negazionisti del climate change, il dibattito pare destinato non ad esaurirsi, ma anzi arricchirsi di nuove voci.
Quello che però non ci saremmo mai aspettati è la nascita di una terza posizione, che vuole incunearsi tra i due litiganti.

Abbiamo incontrato Suzanne a Vizzolo Predabissi, in provincia di Milano, dove è arrivata per partecipare a una conferenza organizzata dalla sede locale NWO intitolata "Estinzione umana: possibile soluzione?".
Ecco cosa ci ha detto a margine della - applauditissima - conferenza.

Ciao Suzanne, grazie per averci concesso questa intervista


Grazie a voi. E' la prima volta che vengo in Italia. Un paese meraviglioso!


Suzanne, è giusto dire che come Greta tu ami il Pianeta e la Natura?


Certamente. Ed è molto triste constatare che l'essere umano è il cancro che sta distruggendo tutto. 


Tu, Greta, Izabella... tutte adolescenti. C'è chi dice che la vostra immagine sia tutta una questione di marketing decisa a tavolino.


Beh, è ovvio che chi si attiva e si impegna riceva sempre le critiche di chi preferisce stare sul divano a fare niente. Ma a me non interessano le critiche, io ho delle idee da portare avanti.


Ecco, le tue idee. Lasciaci dire che quello che sostieni è piuttosto sorprendente. L'abbiamo definita una "terza via", ma quando si dice una cosa del genere ci si aspetta sempre qualcosa di "medio", di pesato, una sorta di "compromesso", mentre la tua "terza via" non sembra proprio una cosa del genere. Ce la vuoi spiegare in poche parole?


E' molto semplice. Gli esseri umani sono una specie parassitaria che sta distruggendo il Pianeta. Anzi, è l'unica specie conosciuta che tende a distruggere il proprio habitat, mettendo a rischio la propria stessa sopravvivenza. Uno degli organizzatori del convegno mi ha spiegato che avete questo comico, Tafazzi, che si tira delle bottigliate sugli attributi...


...sì, è un personaggio comico creato in televisione molti anni fa, ed effettivamente da allora è una metafora del farsi del male da soli...


...ecco, il punto è proprio qui: la nostra estinzione è molto più vicina di quanto non lo sia la distruzione del Pianeta, che avverrà tra 5 miliardi di anni, quando il Sole esploderà. Perché allungare la nostra agonia e quella del Pianeta, quando possiamo invece accelerarla?


Spiegati meglio.


Consumando meno, mangiando vegano, abolendo la plastica, possiamo tirare avanti ancora per quanto? Due, trecento anni? Durante i quali magari avremo l'aria un po' più pulita, il nostro giardinetto un po' più verde, ma non cesseremmo di essere una minaccia per l'ecosistema del Pianeta. La soluzione più rapida e indolore è quella di togliere l'uomo dall'equazione, lasciando finalmente libero il Pianeta di guarire.


Intendi, quindi, accelerare l'estinzione umana?


Esatto. Inquiniamo di più. Intossichiamoci. Andiamocene come un fuoco d'artificio!
Quando l'ultimo essere umano sulla terra sarà morto, il Pianeta ci metterà meno di 10 anni a tornare un paradiso naturale. Certo, ci sarà ancora un bel po' di plastica che finirà nella dieta dei pesci per qualche centinaio di anni ma...



... ma non ci sarà nessun cliente di sushi bar milanese a rompere i coglioni per quello che sta mangiando.


Precisamente! Vedi, il problema  è che nessuno vuole ammettere di fare parte del problema. I negazionisti del climate change non vogliono abbandonare le proprie abitudini. Gli ambientalisti sono solo interessati ad avere il proprio orticello pulito, per il resto della loro vita. Nessuno chiede al Pianeta cosa realmente voglia, e secondo noi il Pianeta vuole solo una cosa: che l'umanità si estingua, per poter tornare a respirare.


Cosa ci vuole per raggiungere questo traguardo?


Bisogna adottare soluzioni drastiche. Per esempio, nella cittadina nella quale sono nata e dalla quale ho fatto partire la mia campagna, Venedig, stiamo costruendo una centrale elettrica a pannelli solari.


Pannelli solari? Immaginavo qualcosa tipo il carbone.


No, il carbone ha un'impronta troppo bassa. In questa centrale bruciamo pannelli solari per produrre energia!


Geniale.


Esatto, così possiamo moltiplicare l'impronta ecologica del pannello solare, che deve essere costruito con grande impiego di risorse, carbonizzandolo per produrre energia ad altissimo impatto ambientale. E poi abbiamo un grande progetto per delle nuove pale eoliche in Danimarca, alimentate da una centrale nucleare per farle andare più forte. Quando si spaccano, le bruciamo. Tra l'altro l'energia prodotta non la allacciamo alla rete elettrica, ma la facciamo finire nel nulla.


Beh, Suzanne, pare che tu abbia davvero le idee molto chiare.


Ma siamo solo all'inizio... della fine, ehehe (ridacchia). Tutti dobbiamo impegnarci per rendere il più possibile un inferno gli ultimi anni dell'uomo sulla terra. In questo i governi sovranisti di Lega e Cinquestelle qui in Italia e il governo Trump ci stanno dando indirettamente una grande mano. 


Ecco, quindi si può dire che la vostra posizione sia più vicina a quella di questi governi?


Il problema non è ora. Ma quando si renderanno conto che stanno andando a finire in un baratro. Avranno il coraggio di andare fino in fondo, oppure cercheranno di fare marcia indietro? Loro negano che l'uomo sia responsabile del disastro ambientale, ma lo fanno solo perché non vogliono adottare politiche che siano oltre il loro naso. Sanno che nel tempo della loro vita probabilmente potranno continuare a vivere fregandosene delle generazioni future, quindi pensano solo al "qui" e "ora".
Invece dovrebbero prendere posizione e gridare insieme a noi: "FUTURO PER IL PIANETA! MORTE ALL'UMANITA'!"



Suzanne, grazie mille per averci concesso questa intervista e buona fortuna.


Muori anche te.




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